Anelli intrastromali: la soluzione innovativa per il cheratocono

cosa sono anelli intrastromali

Ogni anno sono innumerevoli le persone che scoprono di soffrire di un disturbo della vista, nonché di patologie che rischiano di compromettere in modo serio la salute oculare. Fortunatamente il settore oftalmico è in costante evoluzione e offre soluzioni innovative per il trattamento di alcune problematiche. Chi soffre di cheratocono, per esempio – una malattia che deforma la cornea causando difetti visivi importanti – può oggi contare sugli anelli intrastromali, un impianto artificiale che ristabilisce la struttura corneale e migliora la capacità visiva del paziente, senza ricorrere al trapianto. Ecco di cosa si tratta! 

Che cos’è il cheratocono?

Il cheratocono è una patologia degenerativa dell’occhio che colpisce la cornea, ossia la membrana situata sulla superficie anteriore del bulbo oculare e che funge da lente naturale dell’occhio. La malattia si manifesta quando questa componente si indebolisce, perdendo struttura e spessore, e inizia a deformarsi, assumendo una forma leggermente allungata che la fa assomigliare a un cono

La cornea deformata non è una problematica legata all’invecchiamento dell’occhio, ma una patologia che si sviluppa spesso per cause ereditarie o in caso di individui affetti da allergie, abituati a sfregarsi frequentemente gli occhi con le mani. L’incidenza del cheratocono è più elevata infatti tra pazienti in età infantile e adolescenziale, fino ai 30-35 anni circa. 

Quando l’occhio del paziente presenta una cornea conica, la curvatura che si va a formare altera in modo sensibile l’acquisizione delle immagini, dando vita a sintomi come vista offuscata sia da lontano che da vicino, visione distorta e talvolta anche una vista doppia.

Diagnosi precoce: come riconoscere la malattia

Una vista offuscata è solo uno dei sintomi del cheratocono, nonché una manifestazione comune a molti difetti visivi di rifrazione. Per questo motivo, da solo non è sufficiente per effettuare una precisa diagnosi del cheratocono, ma è necessario tenere conto di altre manifestazioni specifiche del problema, come per esempio: 

  • Occhi sensibili alla luce, poiché la cornea allungata causa fotofobia e abbagliamenti, con aloni attorno alle luci
  • Visione notturna distorta
  • Progressivo peggioramento della vista
  • Percezione distorta delle immagini e delle linee
  • Vista sdoppiata da un occhio
  • Percezione di ombre lungo il profilo degli oggetti
  • Forte astigmatismo, difficile da correggere con i normali supporti visivi
  • Rischio aumentato di sviluppare cicatrici corneali

In caso di cheratocono, l’oculista valuterà l’entità del problema e stabilirà a quale tipo di trattamento sottoporre il paziente. Se la patologia compromette la vista in genere ci si affida a un trapianto di cornea, al Cross Linking Corneale – un intervento che fortifica il tessuto della cornea attraverso la somministrazione di un particolare collirio – o l’innovativa tecnica degli anelli intrastromali, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.

Cosa sono gli anelli intrastromali?

Tra i vari trattamenti in uso per la gestione o la cura del cheratocono, negli ultimi anni hanno fatto parlare di sé in ambito oftalmico gli anelli intrastromali, una tecnica chirurgica innovativa che risulta particolarmente adatta a pazienti affetti da un cheratocono lieve – ossia da una patologia che non ha ancora intaccato la cornea in modo da opacizzare o deformarla eccessivamente – e che viene utilizzata in genere per evitare il trapianto di cornea.  

Al pari della chirurgia refrattiva, l’intervento per l’impianto di questi anelli intracorneali avviene attraverso l’utilizzo di un avanzato laser femtosecondi, in modo da ottenere un risultato precisissimo e da rendere l’intervento rapido e del tutto indolore. 

In caso di cheratocono avanzato questo tipo di trattamento viene invece evitato, per procedere direttamente con altre modalità di intervento. 

Tipologie di anelli: INTACS, Ferrara, Keraring

Altamente personalizzabile, l’impianto di anelli corneali cambia da paziente a paziente, a seconda dell’entità del problema. Questo è possibile grazie all’esistenza di anelli intracorneali di vario tipo, caratterizzati da specifiche diverse. Le principali tecniche per il cheratocono, attualmente sono: 

  • INTACS: i modelli classici hanno una forma trasversale esagonale e misurano rispettivamente 8 mm e 6,8 mm di diametro esterno ed esterno. Lo spessore varia da 210 µm a 450 µm, a seconda dell’entità del problema. Sono in grado di correggere la miopia di un valore che va da 0 a -5 diottrie, e l’astigmatismo di un valore che va da +2 a +4 diottrie. I modelli di ultima generazione (INTACS SK) sono più piccoli e presentano una forma trasversale ovale.  
  • Ferrara: caratterizzati da una forma trasversale triangolare, per ridurre al minimo le distorsioni, presentano varie dimensioni a seconda del difetto di rifrazione da correggere, in genere tra i 6 e i 5 mm. Anche lo spessore (da 150 a 350 µm) è personalizzabile, con un modellamento più rilevante nel caso di anelli dallo spessore più elevato. 
  • Keraring: gli anelli intracorneali di questo tipo presentano una forma trasversale a triangolo, diametro esterno di 5,60 mm e un diametro interno di 4,40 mm. Lo spessore disponibile va da 150 µm a 300 µm, a seconda dell’entità del cheratocono.  

Scegliere tra queste alternative per il cheratocono non è un’operazione che viene affidata al paziente, in autonomia, ma viene stabilita dall’oculista nel corso della visita pre-operatoria, in modo da adattare l’operazione alle specifiche necessità della cornea.

Quando è indicato l’impianto di anelli

Malgrado l’impianto di anelli corneali sia un trattamento sicuro, rapido e poco invasivo, solo i pazienti che presentano determinati requisiti possono sottoporsi all’intervento per il cheratocono
Nello specifico quest’ultimo viene effettuato su pazienti che presentano un cheratocono lieve e stazionario, ossia una patologia che non ha ancora opacizzato e deformato troppo la cornea, e rappresenta un’ottima alternativa per evitare – o ritardare – la necessità di un trapianto di cornea vero e proprio. 

I candidati ottimali per questa operazione sono pazienti affetti da cheratocono o altre forme di astigmatismo irregolare. A causa del problema non sono più in grado di tollerare l’uso di lenti a contatto o che – anche utilizzando sistemi correttivi tradizionali – non trovano giovamento e presentano comunque dei difetti visivi. Poiché nei casi di miopia o astigmatismo più gravi gli anelli non sono in grado di garantire il recupero totale delle diottrie, spesso il trattamento per il cheratocono è associato alla tecnica del cross linking corneale.

Casi in cui non sono indicati

Esistono però delle situazioni specifiche in cui nessuna delle tecniche alternative per il cheratocono è applicabile, ed è dunque necessario procedere con altri trattamenti, come il trapianto di cornea. 

In genere le tecniche per il cheratocono sono sconsigliate nei casi in cui il paziente presenta una cornea dallo spessore troppo sottile o che presentano uno stadio di cheratocono avanzato. Spesso l’operazione è sconsigliata ai candidati di età inferiore ai 25 anni, poiché il cheratocono tende a smettere di progredire nei primi anni dell’età adulta. Sarà comunque l’oculista a valutare caso per caso durante il controllo per la diagnosi. 

Come avviene l’intervento

Efficace e indolore, la tecnica di impianto degli anelli intracorneali rappresenta una svolta nel trattamento del cheratocono, poiché con un rapido intervento di chirurgia mini-invasiva e pochi accorgimenti, rinforza l’area interessata dalla patologia, riducendo al minimo la deformazione e migliorando la visione del paziente. Si tratta inoltre di un’operazione che agisce anche su altre forme di alterazione della cornea, come traumi o difetti causati da precedenti interventi chirurgici.

Tecnica chirurgica mini-invasiva

Oltre all’efficacia del trattamento, uno degli aspetti più interessanti degli anelli intrastromali è il fatto che si tratta di una chirurgia mini-invasiva, ossia una tecnica che permette all’equipe medica di intervenire sull’occhio con un impatto minimo, con il supporto di strumentazioni all’avanguardia che praticano micro incisioni e intaccano meno possibile i tessuti. Di conseguenza si tratta anche di un’operazione che non provoca dolori o fastidi e che offre al paziente risultati evidenti fin dai primi giorni. 

La chirurgia per il cheratocono è molto rapida e avviene in day hospital, dopo un’anestesia topica, applicata tramite specifiche gocce. Il chirurgo utilizza il laser femtosecondi per creare, tramite una piccola incisione, due minuscoli tunnel all’interno di una zona chiamata stroma corneale. Qui vengono inseriti e calibrati gli anelli, dei segmenti composti da materiale plastico che il corpo non percepisce come estranei e che quindi non rischiano un rigetto. L’impianto – che dura tutta la vita, ma può anche essere reversibile – ha lo scopo di appiattire la curvatura provocata dal cheratocono, riducendo il difetto da esso creato. 

La preparazione richiesta per l’intervento è minima: è sufficiente sospendere l’utilizzo di lenti a contatto, con tempistiche stabilite dal medico curante. In alcuni casi e con alcuni formati di lenti è sufficiente smettere di utilizzarle nei 7 giorni precedenti all’operazione, mentre in alcuni casi è necessario un mese per permettere all’occhio di abituarsi all’assenza di un corpo estraneo e prepararsi all’intervento. Di solito sono sconsigliati anche l’assunzione di alcolici, l’uso di farmaci che danno sonnolenza e il make-up occhi.

Ruolo del laser a femtosecondi

A rendere così innovativa l’operazione per l’inserimento degli anelli intracorneali è l’utilizzo di una strumentazione laser all’avanguardia, nello specifico il laser femtosecondi, in grado di emettere impulsi rapidi e ravvicinati, uno ogni milionesimo di miliardesimo di secondo.
La chirurgia con laser femtosecondi permette all’equipe medica di agire sulla patologia in modo rapido, accurato e sicuro. 

Come avviene per la tecnica lasik impiegata nella chirurgia refrattiva, il laser per il cheratocono non agisce in modo standardizzato, ma può essere impiegato dal chirurgo in modo del tutto personalizzato, stabilendo con esattezza millimetrica i punti dove effettuare le incisioni. Si tratta di un aspetto importante per questo tipo di operazione, poiché il tipo e la dimensione degli anelli intrastromali dipendono dall’entità della patologia. 
Per questo motivo utilizzare la tecnica Femtolasik per il cheratocono è la scelta ideale per un intervento mirato e commisurato al problema. 

Durata, tempi di recupero e follow-up

L’impianto degli anelli intracorneali non è un trattamento progressivo della vista, ma un’unica operazione che mira a risolvere il problema nel modo più rapido possibile. Di primo acchito potrebbe sembrare invasiva, dato che consiste nell’inserimento di uno o due segmenti artificiali nella cornea. Grazie all’impiego di un laser femtosecondi altamente avanzato, tuttavia, l’intervento risulta minimamente invasivo e molto rapido
L’intera operazione ha infatti una durata tra i 10 e i 15 minuti per occhio e permette di operare entrambi gli occhi durante lo stesso intervento. 
In seguito all’intervento non è necessario applicare bendaggi, ma solo una semplice lente a contatto per proteggere l’occhio appena sottoposto al laser. 

Anche il recupero dopo gli anelli è piuttosto semplice da portare avanti, poiché la convalescenza non prevede dolori e i fastidi sono minimi. Sono comunque richieste alcune  istruzioni basilari:

  • Prendersi 2-3 giorni di riposo per recuperare dopo l’intervento. 
  • Applicare antibiotici e antinfiammatori per circa 1 mese, in genere sotto forma di colliri. 
  • Sottoporsi a controlli oculistici poco dopo l’operazione e regolarmente nei mesi successivi, per verificare lo stato dell’occhio e i progressi visivi.

Vantaggi degli anelli intrastromali

Come anticipato nei paragrafi precedenti, l’intervento per il cheratocono presenta numerosi vantaggi, che vanno oltre il semplice recupero della capacità visiva e che coinvolgono anche il ripristino della struttura corneale e il miglioramento dello stile di vita

Miglioramento della vista

Il primo e più evidente vantaggio dell’impianto di anelli intrastromali è la correzione della vista, possibile grazie alla capacità di questo sistema di appiattire la zona interessata da iniziale deformazione. Questo alleviamento dell’irregolarità corneale porta a una correzione della vista e a un miglioramento dei difetti che si accompagnano al cheratocono, in genere miopia e astigmatismo

È tuttavia fondamentale sottolineare che il miglioramento della vista grazie agli anelli intracorneali, seppur notevole, talvolta non è sufficiente a eliminare del tutto il problema, poiché il potere correttivo di questa tecnica è limitato. Nei casi in cui il difetto di rifrazione fosse ancora presente, potrebbe essere necessario l’utilizzo di sistemi di correzione tradizionali, come occhiali o lenti a contatto. In questi casi è anche possibile che il medico oculista, in fase di diagnosi o durante la valutazione pre-intervento, valuti la possibilità di associare l’impianto di anelli intrastromali al cross linking corneale

Stabilizzazione della cornea

Un altro importante beneficio del trattamento è la capacità di questa tecnica di agire sulla cornea deformata, riducendo al minimo la sua alterazione tramite l’appiattimento meccanico da parte degli anelli. Il vantaggio non si registra solo nei termini della forma, ma anche dell’assottigliamento e della perdita di struttura

Se la stabilizzazione della cornea avviene in soggetti affetti da cheratocono lieve – come previsto per i candidati ideali – la stabilizzazione della cornea si traduce anche in un rallentamento della patologia. 

Ritardo o prevenzione del trapianto

Infine, l’impianto degli anelli intracorneali ha anche uno scopo per così dire preventivo, poiché offre una valida alternativa ad altri tipi di intervento. I pazienti affetti da cheratocono lieve possono migliorare la propria capacità visiva e ripristinare la forma della propria cornea – spesso rafforzando la sua struttura – senza dover ricorrere al trapianto di cornea. In molti casi quest’ultimo – più invasivo rispetto agli anelli – può essere rimandato, mentre in altri contesti l’intervento di sostituzione con protesi corneale può essere addirittura evitato grazie a questa tecnica alternativa. 

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