Visione notturna: ecco come l’intervento laser può migliorarla

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La visione scotopica – anche detta visione notturna – è la capacità dell’occhio umano di mettere a fuoco le immagini anche in condizioni di scarsa luminosità. Non sono infatti solo felini e rapaci notturni a padroneggiare questa competenza, ma anche l’uomo (seppur in misura limitata), grazie all’allargamento della pupilla e della ricezione della luce da parte dei bastoncelli, i fotorecettori situati nella parte posteriore dell’occhio. In presenza di problematiche visive e difetti di rifrazione, tuttavia, questa funzionalità dell’occhio può risultare alterata
Ecco quali sono le problematiche che possono intaccare questa funzionalità e come migliorarla!

Sintomi comuni della visione notturna alterata

La visione notturna è una funzionalità che può variare a seconda della sensibilità dell’occhio e soprattutto in base al suo stato di salute. Si possono sperimentare alterazioni anche senza soffrire di difetti visivi o patologie, ma l’occhio affetto da problematiche (miopia, astigmatismo, glaucoma, retinopatie, etc.) è naturalmente più esposto a questo rischio, presentando sintomi come: 

  • Vista offuscata di notte: difficoltà a mettere a fuoco le immagini in caso di scarsa illuminazione, condizione peggiorata da difetti visivi quali la miopia o l’astigmatismo. 

  • Tempi di adattamento prolungati: nel passaggio da luce a buio, gli occhi impiegano più tempo del dovuto ad adattarsi, sperimentando una visione più offuscata di notte.

  • Aloni di luce: percezione di scie luminose attorno alle luci, per esempio i fari delle auto durante la guida notturna. 

  • Abbagliamento notturno la presenza di luci notturne – per esempio durante la guida – provoca fastidi oculari intensi e una sensazione di disorientamento.

  • Secchezza oculare: causato spesso dalla diminuzione della produzione di lacrime a fine giornata. 

  • Mal di testa: provocato dallo sforzo di mettere a fuoco le immagini. 

La difficoltà nella visione notturna spesso non è una problematica grave, ma può rappresentare un rischio per la sicurezza del soggetto, soprattutto quando l’abbigliamento notturno e la visione sfocata si manifestano durante la guida.

Cause principali: miopia, astigmatismo, cataratta e altri difetti visivi

I problemi alla vista notturna possono avere diverse cause, alcune legate a patologie oculari specifiche. In questo  caso si parla di emeralopia, una forma di cecità notturna dovuta a condizioni congenite, disfunzioni oculari o carenze vitaminiche. Altre cause esulano invece dalla vera e propria emeralopia, e sono invece da attribuire ai difetti di rifrazione, che peggiorano i disturbi visivi notturni. 

Per entrare più nello specifico, tra le cause di questi problemi ci sono:

  • Carenza di vitamina A: questo deficit vitaminico (provocato da carenze alimentari o da errati assorbimenti) figura tra le cause più comuni della visione notturna alterata. La vitamina A, conosciuta anche come retinolo, è infatti molto importante per la tutela e la funzionalità della retina e dei bastoncelli, i fotorecettori preposti alla visione delle immagini notturne. 

  • Cataratta: i pazienti che sono affetti da questa patologia presentano un’opacizzazione del cristallino, ossia la lente naturale dell’occhio, fino alla perdita progressiva della vista. Il legame tra cataratta e visione notturna è importante, perché la scarsa luminosità può peggiorare gli aloni notturni e la percezione – già alterata – delle immagini.

  • Glaucoma: questa malattia consiste nel danneggiamento graduale del nervo ottico, a causa dell’aumento della pressione interna, che a lungo andare provoca la perdita della visione periferica e della vista in generale. Queste problematiche possono avere un impatto maggiore di notte, compromettendo il comfort visivo del paziente.

  • Patologie retiniche: le malattie che colpiscono la retina – genetiche e non – causano spesso una visione notturna alterata. La retinite pigmentosa, per esempio, è una patologia ereditaria che provoca la degenerazione dei fotorecettori della retina (bastoncelli e coni), causando di conseguenza anche la cecità notturna.
    Nel caso della retinopatia diabetica, invece, i sintomi del diabete provocano danni vascolari alla macula, la parte centrale della retina. Oltre agli offuscamenti e all’alterazione delle immagini, tra i sintomi figura anche un calo nella percezione della luminosità e una difficoltà nell’adattamento della visione in caso di illuminazione scarsa. Tra le cause della visione notturna alterata si trovano anche il retinoblastoma – un tumore dell’occhio che insorge in tenera età e che colpisce la retina, causando il suo distacco – e la degenerazione maculare senile, una patologia legata all’invecchiamento, che provoca lesioni o la formazione di nuovi vasi sanguigni a livello retinico, con progressiva perdita della visione centrale, offuscamenti, immagini distorte e dunque anche una visione notturna difficoltosa.

  • Neurite ottica: questa infiammazione del nervo ottico, causata da sclerosi multipla, neoplasie, malattie autoimmuni, malattie infettive o intossicazioni, può causare offuscamento, lampi luminosi e perdita della percezione della luce, motivo per cui la visione notturna può risultare alterata.

  • Difetti visivi: gli individui affetti da difetti di rifrazione, come miopia, astigmatismo, presbiopia e ipermetropia sono spesso soggetti a difficoltà nella visione notturna, poiché il difetto può peggiorare la percezione delle immagini in condizioni di scarsa luminosità. Queste condizioni non vanno tuttavia confuse con la cosiddetta miopia notturna, ossia un insieme di aberrazioni che causano generiche difficoltà nella messa a fuoco, aloni e abbagliamenti, dovuti al fatto che la pupilla dilatata di notte fa entrare più luce, causando queste difficoltà visive. La miopia notturna (clinicamente non si può invece parlare di astigmatismo notturno, nello specifico) si differenzia dalla miopia normale, perché può colpire anche i soggetti privi di errori di rifrazione.

  • Altre cause: tra le altre cause che causano problemi nella visione notturna ci sono il naturale invecchiamento dell’occhio (e dunque dei bastoncelli), la secchezza oculare, la gravidanza (poiché durante la gestazione possono registrarsi casi di visione offuscata, diurna o notturna) e alcune epatopatie, dato che il fegato svolge il compito di rilasciare la vitamina A nell’organismo.

Quando è il momento di intervenire      

Come anticipato nei precedenti paragrafi, sperimentare una scarsa visione al buio e occhi sensibili alla luce in condizioni di scarsa luminosità è normale anche nei soggetti non affetti da patologie o da disturbi visivi, ma può peggiorare in caso di problematiche, fino a rappresentare un rischio per la sicurezza. Ma quando è necessario correre ai ripari e intervenire a livello oftalmico

Per capirlo sono fondamentali due aspetti: l’analisi personale della propria condizione e la consulenza di un oculista. Poiché la percezione è soggettiva, la comprensione di quanto questi problemi nella visione notturna compromettono l’attività quotidiana è responsabilità del paziente. Se questi difetti causano una guida notturna difficoltosa (un aspetto che mette a repentaglio la sicurezza del paziente e degli altri guidatori) e in generale interferiscono con le normali attività quotidiane, è importante rivolgersi a un oculista per sottoporsi a un’analisi approfondita del problema, indagando in prima istanza le sue cause. 

Il migliore trattamento dipende infatti da queste ultime: in caso di problematiche epatiche, per esempio, potrebbe essere sufficiente consultare uno specialista, mentre delle carenze alimentari possono essere risolte con integratori di vitamina A. In altri casi è necessario intervenire su patologie retiniche o difetti visivi, con trattamenti, sistemi correttivi tradizionali o – meglio ancora – con interventi laser

Come funziona l’intervento laser per migliorare la visione

Se la visione notturna alterata è causata da un difetto refrattivo non ancora trattato o gestito in modo poco corretto, le strade che in genere si possono percorrere sono due: l’utilizzo di occhiali e lenti a contatto con correzione adeguata oppure la chirurgia refrattiva

Rispetto al primo metodo, il trattamento laser agli occhi offre un maggiore comfort e riduce notevolmente i classici fastidi che accompagnano l’uso delle lenti, pertanto – quando le condizioni oculari del soggetto lo permettono – è tra le soluzioni più consigliate, anche tenendo conto di quanto la tecnologia laser per la vista oggi sia avanzata, sicura, efficace e del tutto indolore.

Migliorare la vista con il laser ha un effetto positivo sulla visione notturna proprio perché questa soluzione corregge le aberrazioni causate da miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia, responsabili anche di aloni, scie luminose, distorsioni e offuscamenti in caso di scarsa luminosità. La consulenza con l’oculista è cruciale anche per stabilire se il paziente è idoneo all’operazione agli occhi tramite laser e quale tecnica è adatta alle sue esigenze:

  • FemtoLasik: tramite l’utilizzo combinato di un laser femtosecondi e di un laser a eccimeri, il chirurgo crea un piccolo flap corneale, ossia un lembo di pelle superficiale, che viene sollevato per poter rimodellare la cornea tramite laser occhi e correggere il difetto, sia esso miopia, astigmatismo o ipermetropia, anche elevati.

  • ReLeX SMILE e SMILE PRO: tecnica innovativa che non richiede la creazione di flap corneale e che per questo motivo risulta meno invasiva. Questa soluzione impiega un laser femtosecondi per creare un piccolo lenticolo all’interno dell’occhio, personalizzato in base al tipo di difetto. Tramite una piccola incisione il lenticolo viene estratto e in questo modo è possibile correggere miopia e astigmatismo, anche combinati.

  • PRK: anche questa tecnica non prevede la creazione del flap corneale, bensì l’asportazione di una piccola parte di tessuto epiteliale superficiale. Dopo questa operazione il laser rimodella la cornea, correggendo miopia, ipermetropia e astigmatismo bassi o medi.

  • Presbyond: questa particolare soluzione è stata progettata per correggere il difetto visivo legato strettamente all’età, ossia la presbiopia. Un laser a eccimeri corregge l’occhio dominante per la visione da lontano e l’altro per la correzione da vicino, in modo da creare un bilanciamento nella capacità visiva.

Benefici specifici del laser in condizioni di scarsa illuminazione

Quando si parla di chirurgia refrattiva, la prima cosa che salta alla mente è la capacità delle moderne strumentazioni di correggere in modo preciso ed efficace il difetto refrattivo, per offrire al paziente un comfort visivo totale
I benefici dell’intervento laser vanno però oltre l’esperienza diurna, ripristinando anche una visione chiara di notte, con degli evidenti vantaggi. 

Correggendo le aberrazioni che caratterizzano l’occhio affetto da difetti visivi, il laser permette ai pazienti di migliorare la visione notturna, ossia di rendere più chiara la percezione delle immagini in condizioni di scarsa luminosità. Nello specifico, la precisione della chirurgia laser moderna – associata a sistemi computerizzati che analizzano i dati raccolti dalle visite oculistiche – offre interventi sempre più personalizzati, che riducono problemi come distorsioni, aloni e bagliori. 

Non va inoltre trascurato il fatto che adottare il laser per la visione notturna permette al paziente di rendersi indipendente (nella gran parte dei casi) da occhiali e lenti a contatto, riducendo anche i fastidi associati all’uso di questi supporti visivi, come riflessi o irritazioni.

Tempi di recupero e adattamento alla visione notturna

Sebbene i risultati della chirurgia refrattiva siano estremamente positivi nei termini di una vista notturna migliorata, è importante sottolineare che questo esito potrebbe non essere immediato. Anzi, in alcuni casi è necessario un periodo di adattamento visivo successivo all’intervento, per ottenere i progressi sperati. 

Grazie alla precisione e all’avanzamento tecnologico dei laser moderni – e al fatto che alcuni di essi non vanno a intaccare più del dovuto la struttura oculare – il decorso post-operatorio risulta in genere piuttosto breve, con una ripresa delle normali attività quotidiane in pochi giorni, massimo una settimana. Con qualche differenza da una tecnica all’altra (e in base alla soggettività del paziente), il paziente può iniziare a guidare il giorno successivo o in pochi giorni

È tuttavia importante fare molta attenzione proprio alla guida, poiché – malgrado l’intervento abbia anche lo scopo di migliorare questo aspetto – è possibile che nei primi tempi di recupero post laser l’occhio del paziente possa sperimentare una visione notturna sfocata, aloni di luce o lampi luminosi, problematiche che tuttavia tendono a ridursi con il tempo, nel corso della guarigione. 

Seguendo attentamente le indicazioni del medico curante è possibile evitare il rischio di infezioni o infiammazioni, situazioni che potrebbero rientrare tra gli effetti collaterali del laser agli occhi, mentre in riferimento alla visione notturna è possibile anche sperimentare fastidi, bruciori, arrossamenti, occhi sensibili alla luce e un periodo di secchezza oculare che potrebbero peggiorare la percezione delle immagini in situazioni di scarsa luminosità. 

Si tratta comunque di condizioni passeggere, da discutere con il medico oculista in caso si protrassero anche dopo il naturale periodo di guarigione.

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