Visita pre-laser

Io posso sottopormi al trattamento laser? Cos’è la chirurgia refrattiva? Quali sono le tecniche, gli effetti, i possibili risultati?

Sono solo alcune delle domande che si pone chi cerca le prime informazioni per eliminare la dipendenza da occhiali e lenti a contatto.
Quello che devi sapere è che prima del trattamento è necessario sottoporsi a una visita pre-laser. In quel momento potrai ricevere risposta a tutti i tuoi dubbi, interagendo direttamente col nostro team composto da medici e ortottisti. Le risposte principali arriveranno dagli esami diagnostici, che effettueranno uno screening del tuo occhio, indicandone l’idoneità alla chirurgia refrattiva.

Quali sono gli esami diagnostici necessari?
Scopri come si svolge una visita pre-laser, il primo step per dire addio agli occhiali e tornare a vedere il mondo con i propri occhi.

Autrorefrattometria

La visita comincia con la misurazione del “visus”. Si tratta di quello che viene comunemente chiamato “esame della vista”. È fondamentale sapere quanto vede il paziente con e senza lenti.
Il primo esame diagnostico è l’autorefrattometria. Tramite un impulso luminoso si studia e si valuta il vizio refrattivo manifesto e oggettivo. Viene eseguito due volte: la prima all’inizio della visita, la seconda alla fine in cicloplegia, ossia con l’ausilio di un collirio che blocca la capacità accomodativa dei muscoli ciliari.

Conta endoteliale

Serve per verificare la quantità e la qualità delle cellule che compongono l’endotelio corneale.
La cornea è composta da 5 strati:

  • Epitelio
  • Membrana di Bowman
  • Stroma
  • Membrana di Descemet
  • Endotelio

L’elenco qui sopra parte dall’esterno e procede verso l’interno del bulbo oculare. L’endoltelio, come si può vedere, è lo strato più profondo e nobile (in quanto le sue cellule non si rigenerano) della cornea. Ha la funzione di barriera e filtro tra l’umor acqueo e gli strati corneali superiore al fine di garantire un equilibrio emodinamico dell’occhio.

La conta endoteliale studia il numero di cellule e la loro morfologia. Queste cellule hanno solitamente una forma esagonale che si incastrano perfettamente come dei mattoncini.

Tomografia, pachimetria e cheratometria

Dal momento che la chirurgia refrattiva interviene sulla cornea, bisogna esaminare ogni singola caratteristica di questa regione oculare.
La cornea è una superficie trasparente. Tramite la capacità riflettente della retina, si sfruttano degli impulsi luminosi per indicazioni quali la densità della cornea, la profondità della camera anteriore (lo spazio compreso tra cornea e iride) e l’angolo irido-corneale.
La pachimetria, nello specifico, rileva lo spessore corneale.
La cheratometria, invece, si focalizza sulla misurazione del raggio di curvatura della cornea. È determinante soprattutto nei casi in cui il difetto visivo da correggere è l’astigmatismo.

Pupillometria

La pupilla è quella parte dell’occhio deputata all’ingresso della luce nel bulbo oculare, permettendole di raggiungere la retina. È un diaframma che si comprime e si dilata al variare della quantità di luce. La pupillometria va proprio a misurare il diametro della pupilla e a studiare la sua capacità di cambiare dimensione a seconda delle differenti condizioni ambientali. Durante l’esame si simula la dimensione della pupilla notturna per scongiurare l’insorgere di aloni post-operatori.

Tonometria e Fondus Oculi

La visita pre-laser si completa di Tonometria e Fondo Oculare.
La prima, eseguita con la tecnica “ad applanazione” studia la pressione (o tono) oculare. Il secondo esame, che spesso viene chiamato anche “Fondus Oculi” con l’espressione latina, permette di indagare le strutture posteriori del bulbo oculare, come corpo vitreo, retina centrale e retina periferica. Qualora fosse necessario, possono essere effettuati ulteriori accertamenti tramite l’OCT.

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