Tra i principali vantaggi della chirurgia refrattiva non c’è solo l’efficacia e la rapidità del trattamento, ma anche la versatilità. Queste soluzioni – effettuate tramite laser o lenti intraoculari – si adattano a una vasta gamma di pazienti e necessità, offrendo un buon recupero visivo sia a giovani che a persone di mezz’età. Ciò non significa però che non esistano delle differenze, a seconda di quanto l’età influenzi lo stato di salute dell’occhio.
Ecco tutto quello che devi sapere sulla chirurgia refrattiva dopo i 60 anni, tra soluzioni, vantaggi e potenziali rischi!
Chirurgia refrattiva in età avanzata: è possibile?
Quando si parla di chirurgia refrattiva non si fa riferimento a un’unica soluzione, ma a un campo che negli ultimi anni ha subito delle evoluzioni straordinarie, offrendo interventi sempre più sicuri ed efficaci, ma anche un’alta possibilità di personalizzazione.
Per questo, si tratta di un tipo di microchirurgia adatta a un target piuttosto vasto, non solo a pazienti giovani (indicativamente tra i 18 e i 50 anni), ma anche a quelli più maturi che soffrono di disturbi di rifrazione o problematiche di vario tipo, a patto che l’occhio del paziente sia sano e privo di condizioni che influiscono con il trattamento.
Dunque, sì: la chirurgia refrattiva over 60 è possibile, ma con delle precisazioni.
Circa sopra i 45-50 anni l’occhio inizia a invecchiare in modo fisiologico, causando una progressiva perdita di elasticità del cristallino e lo sviluppo della presbiopia.
Se in presenza del difetto il cristallino è ancora abbastanza flessibile, è possibile optare per le soluzioni laser che intervengono sulla cornea, mentre in caso di cristallino disfunzionale il chirurgo potrebbe valutare delle tipologie alternative di chirurgia per la vista per gli anziani, ossia interventi che agiscono in modo mirato su questa componente dell’occhio.
Fondamentale è sottoporsi a una visita oculistica per gli over 60, in modo da ottenere consigli mirati da parte dello specialista, e individuare i trattamenti migliori in base alle esigenze.
Le principali soluzioni personalizzate per gli over 60
La personalizzazione è un criterio fondamentale per poter intraprendere un percorso adatto al proprio difetto visivo. Nel caso degli over 60, come anticipato sopra, le condizioni oculari potrebbero rendere meno attuabile la chirurgia laser corneale, rispetto ad altri metodi, quali la sostituzione del cristallino o l’impianto di lenti intraoculari.
Sostituzione del cristallino
Sebbene la chirurgia laser standard sia una strada praticabile anche per i pazienti di mezza età o anziani, in genere la sostituzione del cristallino risulta la soluzione più comune in caso di difetti visivi. Questo perché attorno ai 45-50 anni l’occhio subisce delle modifiche fisiologiche che spesso si accompagnano al graduale irrigidimento della lente naturale dell’occhio.
Tale perdita di elasticità può avvenire sia in pazienti che già soffrono di miopia, astigmatismo o ipermetropia, sia in persone che non presentano questi difetti, ma che a causa di questa problematica iniziano a perdere la capacità visiva da vicino, a causa della presbiopia.
Il vantaggio offerto da questa procedura – detta RLE, Refractive Lens Exchange – sta nel fatto che con un unico intervento è possibile andare a correggere più difetti, ma anche far fronte a patologie oculari degenerative legate all’età, come la cataratta, che comporta l’opacizzazione del cristallino, con progressiva cecità.
Sostituire il cristallino risolve il difetto definitivamente, elimina la cataratta nei pazienti che già ne soffrono e la prevengono nei soggetti che non presentano opacizzazione.
Per questa soluzione esistono ovviamente dei candidati più idonei di altri, o comunque pazienti di mezza età per cui questa strada è più indicata:
- Pazienti non idonei ad altri laser: gli individui che per varie ragioni non possono sottoporsi a laser corneale – pazienti molto miopi o con cornea sottile – possono trarre giovamento dalla RLE, risolvendo il difetto in modo definitivo, in presenza o meno di presbiopia o cataratta.
- Chi soffre di ipermetropia: questi pazienti utilizzano in genere due tipologie di occhiale, quello per la visione da vicino e quello per vedere bene da lontano. Sostituendo la lente naturale dell’occhio, è possibile recuperare la capacità visiva risolvendo entrambe le problematiche.
- Soggetti presbiti che cercano una soluzione definitiva: molti individui affetti da presbiopia scelgono di sottoporsi a soluzioni laser che agiscono sulla cornea, come nel caso di Presbyond. Tuttavia, alcuni pazienti – su consiglio dell’oculista – potrebbero desiderare soluzioni a lungo termine, sottoponendosi a un tipo di chirurgia per la presbiopia che permette anche di risolvere o prevenire la cataratta, tramite la sostituzione definitiva del cristallino.
- Chi è affetto da cataratta: se il cristallino non è solo irrigidito, ma anche opacizzato l’intervento di RLE è utile a risolvere la cataratta, combinata con altri difetti visivi o da sola.
La sostituzione del cristallino è meno consigliata in presenza di difetti refrattivi lievi. È importante che il paziente presenti occhi sani, privi di patologie oculari gravi che solitamente compromettono l’idoneità a questo genere di interventi (degenerazione maculare, retinopatia diabetica, ecc.). Ogni caso, però, va valutato attentamente assieme all’oculista, per poter offrire interventi sicuri e risolutivi.
Lenti intraoculari
La procedura di sostituzione del cristallino – che sia per correggere la presbiopia, la cataratta o un altro difetto visivo in età avanzata – è un tipo di chirurgia intraoculare che avviene tramite impianto di lente intraoculare (IOL), ossia l’utilizzo di una lente artificiale che svolga le stesse funzioni di quella naturale. Queste lenti – note anche come pseudofachiche – vanno distinte da quelle fachiche, utilizzate per migliorare la capacità visiva del paziente sotto i 50 anni e non idoneo al laser, senza però andare a sostituire il cristallino.
Le lenti intraoculari vengono impiantate dopo un classico intervento alla cataratta, ossia la facoemulsificazione. Una volta eliminato il cristallino disfunzionale tramite impulsi laser, il chirurgo procede con l’impianto di una lente personalizzata in base alle esigenze oculari del paziente, stabilite in fase di visita oculistica, optando per una tipologia tra quelle disponibili:
- IOL monofocali: si tratta di lenti per la presbiopia o per la cataratta a fuoco singolo, ossia capaci di offrire un unico livello di messa a fuoco, o da vicino o da lontano. In presenza di più difetti visivi il paziente potrebbe dunque essere costretto a indossare un occhiale in abbinamento.
- IOL multifocali: tra le tipologie più comuni di lente intraoculare spicca la multifocale (che comprende le IOL trifocali o bifocali), capace di offrire una messa a fuoco ottimale sia da vicino che da lontano.
- IOL EDOF: evoluzione delle lenti multifocali, potenziano i vantaggi di queste ultime, offrendone di aggiuntivi. Nello specifico, garantiscono un passaggio ottimizzato e fluido da una messa a fuoco all’altra, riducendo eventuali aloni notturni.
La scelta della tipologia di lente IOL più adatta dipende da vari fattori, tra tutti la necessità specifica del paziente. Se il soggetto over 60 presenta difetti visivi combinati, come miopia e presbiopia insieme, impiantare una multifocale risolve entrambi i difetti senza bisogno di ricorrere ad altri sistemi correttivi.
In presenza di sola presbiopia, la monofocale potrebbe essere una buona soluzione, così come nel caso di coloro che presentano un difetto refrattivo molto lieve, che non necessita di ulteriore correzione della vista.
Anche le abitudini personali sono rilevanti per la scelta: chi guida di notte o utilizza spesso il PC, potrebbe aver bisogno di una messa a fuoco più modulata e fluida, offerta dalle lenti trifocali o dalle EDOF.
Chirurgia laser
La chirurgia laser alla vista per gli over 60 è circondata da numerosi falsi miti che hanno causato nel tempo una certa diffidenza nei confronti di queste tecniche. Oggi sono in molti a pensare che si tratti di una soluzione poco adatta a chi ha superato una certa età, quando in realtà non è detto che sia così. Tutto dipende dalla condizione oculare del paziente.
Se l’occhio è generalmente sano – e dunque non presenta condizioni che compromettono l’idoneità al laser, come malformazioni o patologie gravi – e il cristallino non ha perso gran parte della propria elasticità, lo specialista potrebbe consigliare la chirurgia laser agli occhi anche a chi ha più di 50-60 anni, con buone aspettative.
Va anche sfatato il mito che afferma che le tecniche laser per gli anziani comportino maggiori rischi e un decorso post operatorio più lungo e complesso. Anche in questo caso non è l’età anagrafica a essere determinante, ma lo stato di salute dell’occhio, nonché il fatto di affidarsi a medici esperti e strumentazioni all’avanguardia.
La chirurgia laser agli occhi standard differisce dall’impianto di lenti per il fatto che si tratta di una tecnica corneale. Questo significa che non va a intaccare il cristallino, sostituendolo, ma rimodella la cornea per risolvere il difetto di rifrazione. Questo si traduce in un intervento tendenzialmente meno invasivo, ma che presenta alcuni limiti.
Le tecniche laser più utilizzate sono le stesse proposte a chi rientra nella fascia d’età giovane. È importante consultarsi con il medico per valutare quali siano le migliori in base ai vantaggi offerti, discutendo insieme anche i possibili limiti della chirurgia della vista per gli anziani:
- ReLEx SMILE: attraverso laser femtosecondi il chirurgo crea un piccolo lenticolo personalizzato all’interno della cornea, che viene poi estratto tramite una piccola incisione, andando così a risolvere il difetto.
- Pro: rapido, non prevede asportazione di cellule epiteliali, né creazione di flap corneale, dunque i fastidi sono limitati e i tempi di recupero brevi. Riduce il rischio di occhio secco. Adatta a miopia elevata e astigmatismo, anche combinati.
- Contro: inadatta ad astigmatismo elevato, ipermetropia e presbiopia.
- FemtoLasik: un laser femtosecondi crea un flapcorneale, che viene poi sollevato per permettere al laser a eccimeri di agire, rimodellando la cornea.
- Pro: rapido e dal decorso veloce. Corregge miopia, astigmatismo e ipermetropia in modo molto preciso, anche con difetti refrattivi elevati o con spessore corneale basso.
- Contro: non corregge la presbiopia.
- PRK: prevede l’asportazione del tessutoepiteliale sulla superficie della cornea, per poi rimodellare quest’ultima tramite laser a eccimeri.
- Pro: intervento rapido e preciso, correzione di miopia, astigmatismo e ipermetropia di media entità.
- Contro: recupero più lungo rispetto alle altre tecniche, non corregge la presbiopia.
- Presbyond: tecnica specifica per la presbiopia, che utilizza un laser femtosecondi per creare un flap e agire sulla cornea, risolvendo il difetto. La tecnica BlendedVision offre correzioni diverse da un occhio all’altro, per offrire al paziente una visionebilanciata sia da lontano che da vicino.
- Pro: intervento rapido, personalizzato e versatile, oltre alla presbiopia, corregge anche difetti visivi associati, come miopia, astigmatismo e ipermetropia.
- Contro: non è adatta a chi soffre di cataratta, perché non prevede la sostituzione del cristallino. Non corregge miopia o astigmatismo elevati.
Tenendo conto dei pro e dei contro di queste tecniche, il chirurgo valuterà le esigenze del paziente, le sue condizioni oculari, l’eventuale presenza di cataratta o di difetti visivi combinati, e infine sceglierà la tecnica più adeguata.
Per quanto riguarda invece i limiti medici e oculari che potrebbero influire sull’idoneità, abbiamo trattato l’argomento nello specifico in questo articolo sui criteri per essere un buon candidato!
Vantaggi della chirurgia refrattiva dopo i 60 anni
Uno dei grandi pregi della chirurgia refrattiva è la capacità di offrire numerosi vantaggi a pazienti di tutte le età. Il recupero del comfort visivo non riguarda infatti solo lavoratori e giovani sportivi, ma anche i pazienti over 60, che cercano in queste soluzioni un modo per ritrovare il benessere oculare.
Nello specifico i vantaggi della correzione della vista negli anziani sono i seguenti:
- Miglioramento della capacità visiva: il più importante tra i benefici dell chirurgia refrattiva è il ritrovamento della qualità della vista over 60, che permette ai pazienti di condurre una vita più confortevole e di svolgere le attività, ordinarie o straordinarie, senza essere frenati dalle problematiche oculari.
- Libertà da occhiali e lenti a contatto: risolvere i difetti di rifrazione, soprattutto con soluzioni combinate, permette al paziente di dire addio ai tradizionali supporti visivi. Grazie a una vita senza occhiali, è possibile anche eliminare i fastidi tipici di questi supporti.
- Correzione di difetti visivi combinati: selezionando la tecnica giusta, è possibile curare più difetti visivi insieme – per esempio miopia, presbiopia e cataratta – ottenendo dunque una capacità visiva ripristinata e personalizzata.
- Cura o prevenzione della cataratta: oltre a risolvere i comuni difetti di rifrazione, non necessariamente solo quelli legati all’età, alcuni tipi di chirurgia refrattiva permettono di curare anche la cataratta o di prevenirla, per esempio tramite la sostituzione del cristallino.
Rischi da considerare
Sebbene queste tecniche offrano ottime probabilità di recupero, con esiti duraturi, l’età del paziente influisce sulle aspettative della chirurgia refrattiva. Mentre la sostituzione del cristallino rappresenta una soluzione definitiva – salvo patologie particolari – il laser corneale risolve il difetto fino a che non si presenta il disturbo di cataratta, o – in caso di chirurgia per miopia, ipermetropia e astigmatismo – la presbiopia, che inevitabilmente abbasseranno la capacità visiva del paziente.
È inoltre importante anche considerare le eventuali complicanze del laser agli occhi. In genere gli interventi corneali e la sostituzione del cristallino sono tecniche estremamente sicure e ad altissimo tasso di successo. Grazie alle innovazioni del settore, i rischi della chirurgia refrattiva oggi sono quasi pari allo zero, ma nel periodo successivo all’intervento è possibile che il paziente sperimenti alcuni fastidi o problematiche:
- Infiammazioni
- Infezioni
- Fotosensibilità
- Secchezza oculare e irritazione
- Aumento della lacrimazione
- Sensazione di corpo estraneo nell’occhio
- Visione offuscata
- Fastidio, dolore o affaticamento
- Possibile aumento della pressione intraoculare
- Aumento del rischio di lesioni
- Rottura dell’involucro della cataratta
- Opacizzazione della capsula posteriore (cataratta secondaria)
- Spostamento della lente intraoculare
In genere i problemi più seri sono piuttosto rari, mentre i più comuni tendono ad attenuarsi in fase di guarigione. In caso di complicanze che si protraggono o di eventi traumatici, è sempre fondamentale rivolgersi all’oculista che ha effettuato l’intervento, che potrà prescrivere trattamenti o valutare l’ipotesi di piccole correzioni.
Le visite oculistiche sono comunque importanti, anche in assenza di complicazioni, poiché permettono di monitorare lo stato di salute dell’occhio e il progresso della guarigione.