Considerata il più importante dei cinque sensi, la vista svolge un ruolo centrale nella vita degli individui, andando oltre la “semplice” percezione delle immagini. Agli occhi sono affidate funzionalità come l’equilibrio, l’orientamento e la coordinazione, motivo per cui prendersi cura di loro attraverso una visita oculistica completa è fondamentale per il benessere generale.
Il check up oculistico non serve solo a valutare la capacità visiva del paziente e la sua evoluzione nel corso del tempo (con il possibile insorgere di difetti visivi), ma anche a esaminare la salute generale dell’occhio, per scongiurare la presenza di eventuali patologie o problematiche che potrebbero compromettere la funzionalità dell’apparato visivo.
Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’esame della vista, dal motivo per cui è importante agli esami più comuni!
Cos’è una visita oculistica e perché è fondamentale
Sottoporsi a una visita oculistica periodica è cruciale per la salute visiva, ma molti individui ritengono che serva semplicemente a valutare un eventuale calo del visus, ossia della capacità dell’occhio di mettere a fuoco le immagini. Non è così: recarsi presso il proprio oculista di fiducia a cadenza regolare è importante anche in assenza di sintomi particolari.
Mentre la semplice misurazione della vista permette al medico di monitorare l’andamento dell’acutezza visiva – e solo quella – la visita oculistica completa è l’insieme di tutti gli esami svolti per monitorare lo stato di salute degli occhi del paziente, in ogni aspetto.
Il check up include per esempio i test per valutare la pressione intraoculare, la reattività pupillare, la motilità oculare, lo stato della retina, attraverso l’esame del fondo oculare e molto altro.
Tutto questo svolge un ruolo cruciale nella prevenzione oculare, poiché solo con un controllo della vista approfondito e completo è possibile individuare tempestivamente alcune tra le più comuni patologie dell’occhio, dal glaucoma alla retinopatia, dalla cataratta alla degenerazione maculare. Non solo: esaminare l’occhio è importante anche per comprendere se un paziente è idoneo o meno alla gamma di interventi disponibili per correggere i difetti visivi, come il laser agli occhi o l’impianto di lenti intraoculari.
Fondamentali durante i controlli periodici sono lo specialista e le strumentazioni mediche. Attraverso tecnologie aggiornate, il medico oculista non è solo in grado di individuare eventuali problematiche, ma anche di capire in modo preciso la loro entità, accompagnando il paziente attraverso un percorso mirato per la risoluzione o il contenimento di tali patologie.
Quando fare una visita oculistica: età e sintomi da non ignorare
Tenendo conto dei punti toccati nel paragrafo precedente, è evidente quanto il controllo della vista sia importante a ogni età. Va però sottolineato il fatto che i test non sono uguali in ogni fase della vita. Durante la crescita, l’apparato visivo sperimenta dei cambiamenti di cui devono tenere conto sia lo specialista che il paziente, per capire quando fare la visita oculistica. La frequenza dei check up può infatti cambiare a seconda dell’età e dello stato di salute dell’occhio, ma è influenzata anche da eventuali sintomi che potrebbero evidenziare la presenza di un problema.
Bambini, adulti, over 60: ogni fascia ha le sue esigenze
La salute degli occhi è importante per tutti, che siano bambini, adulti o anziani. Ma la frequenza con cui lo stato della vista deve essere monitorato può variare molto da una fascia d’età all’altra, nonché in presenza o in assenza di problematiche.
In linea di massima si può suddividere la necessità di un check up in tre fasce principali:
- Visita oculistica nei bambini: il primo controllo oculistico avviene poco dopo la nascita, per valutare la presenza di eventuali patologie visive che si presentano in questa delicata fase. È infatti possibile che alcuni piccoli pazienti presentino i sintomi di problematiche di carattere genetico o legate alla gestazione, tra cui il retinoblastoma, la cataratta congenita o il glaucoma congenito, oppure patologie del bulbo oculare. I controlli proseguono tra 1 e 3 anni, per valutare problematiche legate alla motilità dell’occhio, come l’ambliopia (il cosiddetto occhio pigro) e lo strabismo, mentre a partire dai 5-6 anni (in occasione dell’inizio della scuola primaria) un check up è utile per individuare eventuali difetti visivi – soprattutto miopia e astigmatismo – che si manifestano spesso durante l’infanzia e lo sviluppo, e che potrebbero richiedere una correzione tramite occhiali e lenti a contatto.
Infine, attorno ai 12-14 anni è bene effettuare controlli frequenti poiché molti ragazzi subiscono un peggioramento della miopia.
- Visita oculistica negli adulti: durante l’età adulta, in genere, alcuni difetti visivi arrivano all’apice e gradualmente iniziano a stabilizzarsi. In presenza di problematiche di rifrazione, i controlli visivi devono essere più frequenti, circa ogni 1-2 anni (a seconda del parere dello specialista), mentre in assenza di difetti è possibile diluire i controlli fino a 3 anni. La prima età adulta, con l’assestarsi dei difetti di rifrazione è il periodo giusto, in genere, per valutare assieme all’oculista la possibilità di sottoporsi alla chirurgia refrattiva, motivo per cui i controlli potrebbero includere test di idoneità. Attorno ai 40-45 anni il cristallino potrebbe perdere la propria elasticità, causando la presbiopia, ossia la difficoltà nella messa a fuoco delle immagini vicine. In presenza di un abbassamento della vista, dunque, le visite potrebbero farsi più frequenti, circa ogni 2 anni, utili anche per tenere sotto controllo la pressione oculare.
- Visita oculistica negli anziani: negli individui anziani, o semplicemente negli over 60, una visita oculistica periodica è molto importante, poiché con l’invecchiamento anche l’occhio subisce dei cambiamenti notevoli. Non solo può progredire la presbiopia, ma il cristallino va incontro a una naturale opacizzazione, che causa la cataratta, la prima causa di cecità. Per tenere sotto controllo lo stato di salute del cristallino è importante sottoporsi a visite oculistiche complete ogni anno, o al massimo ogni 2 anni (a seconda dell’opinione del medico). Le visite sono fondamentali anche per individuare eventuali patologie come glaucoma, retinopatia o maculopatia, alcune delle quali sono più frequenti in tarda età. Dei controlli approfonditi sono utili anche in vista di un intervento laser o di un impianto di lenti intraoculari, per correggere problematiche come presbiopia e cataratta.
Sintomi che indicano la necessità di un controllo immediato
Sottoporsi a un controllo della vista regolare è sempre importante, ma lo è ancora di più in presenza di sintomi rilevanti, che rendono necessaria – o quantomeno altamente consigliata – una visita oculistica.
Tra i principali sintomi della vista che potrebbero suggerire al paziente di prenotare la visita oculistica in modo tempestivo, spiccano:
- Calo improvviso della capacità visiva
- Eccessiva presenza di corpi mobili nel campo visivo, che potrebbero indicare un distacco della retina
- Vista sdoppiata, o diplopia
- Vista offuscata improvvisa
- Lampi di luce improvvisi, indice di possibili problematiche retiniche
- Anisocoria, ossia pupille di dimensioni diverse
- Scotomi, ossia zone scure all’interno del campo visivo
- Infiammazioni, irritazioni o lacrimazione eccessiva
- Dolore ricorrente o costante agli occhi
- Frequenti mal di testa
- Persistente fotofobia
- Persistente arrossamento oculare
- Particolare difficoltà nella visione notturna
- Eccessivo affaticamento oculare
In presenza di sintomi come questi, contattare tempestivamente un oculista è il modo migliore per scongiurare problematiche serie, ma anche per valutare l’eventuale presenza di disturbi visivi e per procedere con un percorso terapeutico immediato.
Nel caso del glaucoma, per esempio, i sintomi possono rimanere silenti per molto tempo, manifestandosi quando la patologia è già in fase avanzata. Per questo è importante non sottovalutare nessun segnale di disagio o fastidio, in modo da diagnosticare in tempo eventuali problematiche.
Come si svolge una visita oculistica completa
La visita oculistica completa si svolge attraverso un insieme di misurazioni tecniche e valutazioni professionali del medico oculista, al fine di esaminare lo stato di salute di ogni componente dell’occhio.
Tra le prime fasi della visita oculistica c’è, in genere, un confronto diretto tra paziente e medico, in modo da ripercorrere insieme la storia clinica di quest’ultimo, sia dal punto di vista oculistico che generico. Per l’oculista è fondamentale esaminare i referti di vecchie visite, effettuare confronti e raccogliere informazioni su eventuali fattori che potrebbero aumentare il rischio di patologie (diabete, traumi oculari, passati interventi, condizioni ereditarie, etc.).
In seguito si procede con i test diagnostici, ossia delle valutazioni non invasive che permettono di analizzare le varie componenti dell’occhio. Tra gli esami di una visita oculistica sono molto comuni i seguenti:
- Misurazione del visus: attraverso questo esame, il medico valuta la capacità visiva del paziente a una determinata distanza, esprimendo il risultato in decimi. Viene definita autorefrattometria l’esame dei difetti di rifrazione, utile a correggere la problematica tramite occhiali o lenti a contatto.
- Pupillometria: prevede l’osservazione delle pupille, in particolare della loro dimensione in stato di riposo e il loro allargarsi e restringersi in presenza di varie condizioni di luce.
- Esame della motilità oculare: consente di valutare la funzionalità dei muscoli dell’occhio, talvolta compromessi da malattie neurologiche o da problematiche come strabismo o ambliopia.
- Tonometria: questo test misura la pressione intraoculare, e permette di evidenziare l’eventuale presenza di ipertensione o glaucoma. Una pressione regolare si aggira tra i 10 e i 21 mmHg (millimetri di mercurio).
- Esame del fondo oculare: attraverso uno specifico collirio, l’oculista allarga la pupilla del paziente per avere più facile accesso all’area situata oltre il cristallino e l’iride. L’esame del fondo oculare (oftalmoscopia), permette di valutare la salute della retina e del nervo ottico.
Accanto a questi esami di base, frequenti durante le visite di routine, è possibile che il medico valuti la necessità di sottoporre il paziente a esami più approfonditi, sia per un generale check up, sia per valutare un’eventuale intervento laser o un’operazione per la cataratta:
- Topografia corneale: permette di effettuare una mappatura della superficie della cornea, esaminando la sua curvatura ed eventuali irregolarità. In genere serve a diagnosticare un eventuale cheratocono, una patologia che curva la cornea e causa astigmatismo forte.
- Pachimetria corneale: è il test che misura lo spessore della cornea, con risultati espressi in millesimi di millimetro, o micron. Tale esame aiuta il medico a individuare alcune patologie, nonché a valutare se il paziente è idoneo alla chirurgia laser.
- Microscopia endoteliale: questo test esamina l’endotelio, ossia lo strato interno della cornea, per acquisire immagini e analizzare la densità delle cellule, per stabilire la funzionalità di questa componente e lo stato di salute dell’occhio.
- Tomografia a Coerenza Ottica (OCT): analizza la morfologia della cornea e della retina tramite delle scansioni. Tramite questo esame è possibile conoscere lo stato di salute dell’occhio.
- Biometria oculare: utile soprattutto per la visita pre-cataratta, permette di valutare l’occhio dal punto di vista anatomico, per esempio la lunghezza del bulbo, la curvatura della cornea e la profondità del globo oculare.
- Campo visivo computerizzato: attraverso la reazione a stimoli luminosi intermittenti, è possibile valutare l’estensione del campo visivo del paziente.
Lo svolgimento della visita oculistica non è uguale per tutte le cliniche. Il medico può decidere come effettuare l’esame della vista a seconda delle specifiche necessità del paziente, dei fattori di rischio, delle patologie associate e dell’eventualità di un intervento chirurgico. Esaminare a fondo l’occhio, per esempio, permette di individuare la migliore tecnica laser (se il trattamento è possibile), nonché di personalizzare al massimo la IOL (Intraocular Lens) in sostituzione del cristallino, in caso di intervento alla cataratta.
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