Tutti i sensi sono importanti per l’essere umano, ma la vista svolge un ruolo cruciale nella vita quotidiana, poiché ha un impatto profondo sulla gran parte degli aspetti di un individuo, tra cui il lavoro e la vita sociale. Per questo motivo è estremamente importante tutelarla ogni giorno, poiché esistono numerosi fattori di rischio e patologie che causano la cecità. Ecco quali sono, come fare prevenzione e come proteggere gli occhi!
Perché è importante parlare di cecità
Tra i 5 sensi di cui la natura ci ha dotati, la vista è senza dubbio quello più importante poiché almeno l’80% di tutti gli stimoli provenienti dal mondo esterno viene captato proprio dagli occhi. Con un po’ di allenamento l’assenza della vista può essere compensata dagli altri sensi, ma rispetto alla mancanza di olfatto e udito, la cecità impatta in modo profondo sulla vita quotidiana di un individuo.
Questo perché la capacità visiva va oltre la mera individuazione delle immagini, ma fa parte di un sistema articolato che coinvolge il cervello in una collaborazione preziosa. Gli occhi captano la luce e traducono gli stimoli ricevuti in segnali visivi, attraverso la funzione dei fotorecettori, e inviano le informazioni al cervello, che le elabora in significati più complessi.
Ecco perché preservare la salute degli occhi è fondamentale per il benessere generale dell’essere umano.
Ci sono però innumerevoli fattori che interferiscono con questa capacità, come danni e patologie, alcuni dei quali possono addirittura causare la perdita della vista, una condizione che non preclude all’essere umano lo svolgimento di una vita normale, ma che impatta duramente sulla sua vita lavorativa (e dunque anche economica), sociale e personale.
Parlare dei problemi di vista è importante per sensibilizzare gli individui sull’importanza della prevenzione della cecità. Fatta eccezione per le malattie più rare che colpiscono gravemente la vista, nella gran parte dei casi è possibile tutelare questo senso attraverso piccoli accorgimenti quotidiani, nonché sottoponendosi con frequenza regolare a visite oculistiche, che permettono al personale medico di individuare eventuali anomalie e di agire tempestivamente per curarle o rallentare il loro corso.
Glaucoma: il ladro silenzioso della vista
Tra le principali patologie oculari che mettono a rischio la vista di un individuo, c’è il glaucoma, considerato insidioso non solo per le sue conseguenze, ma anche per il fatto che si tratta di una problematica inizialmente priva di sintomi, motivo per cui è molto difficile diagnosticarla.
Il glaucoma è una malattia progressiva – ossia che peggiora gradualmente nel tempo – che causa ipertensione oculare e danneggia il nervo ottico.
La causa principale del problema va attribuita a un’anomalia del naturale ciclo di produzione e ricircolo dell’umor acqueo, ossia il liquido contenuto all’interno dell’occhio. Quando questa sostanza non defluisce in modo corretto a causa di un malfunzionamento del trabecolato (la componente dell’occhio che si occupa di questa funzione), il liquido si accumula, la pressione interna aumenta ed è il nervo ottico a risentirne.
In genere l’età è un fattore di rischio importante, per via dell’invecchiamento fisiologico dell’occhio, ma questa patologia può svilupparsi anche in caso di familiarità, soprattutto con il glaucoma congenito e giovanile, che si sviluppa nei primi anni di vita, fino ai 30-35 anni. Altre patologie (come per esempio il diabete) o uno stile di vita sregolato possono inoltre aumentare questo rischio.
Nel caso delle tipologie di glaucoma ad angolo aperto e ad angolo chiuso cronico, tutto questo avviene lentamente e inizialmente senza segnali. Quando iniziano a manifestarsi i primi sintomi del glaucoma, il paziente può accorgersi di un peggioramento progressivo della visione laterale, associata talvolta ad altre zone cieche.
L’altra tipologia di glaucoma, ossia quello ad angolo chiuso acuto, caratterizzato da una chiusura rapida dei canali di drenaggio, presenta sintomi più improvvisi, tra cui dolore agli occhi, mal di testa, arrossamenti, aloni, fino alla vera e propria perdita della vista.
È proprio questa difficoltà nel percepire le prime avvisaglie del glaucoma a rendere questa patologia difficile da diagnosticare tempestivamente, con il rischio di affrontarla quando ormai la perdita della vista si trova in una fase avanzata. Sottoporsi a una visita oculistica approfondita – con misurazione della pressione oculare e valutazione dello stato del nervo ottico – è tuttavia il primo passo per individuare eventuali anomalie.
Cataratta: una patologia curabile, se diagnosticata in tempo
Un altro problema che porta alla perdita della vista è la cataratta, in questo caso strettamente legata all’età del paziente. Nella gran parte dei casi questa patologia si presenta infatti quando l’occhio inizia a invecchiare, nello specifico il cristallino, la componente preposta all’accoglimento degli stimoli luminosi che permettono la visualizzazione delle immagini.
Con l’età il cristallino perde la propria naturale elasticità, le proteine da cui è composto si ossidano e causano la sua opacizzazione. I principali sintomi della cataratta sono vista offuscata, immagini sdoppiate, aloni e abbagliamenti in presenza di stimoli luminosi, perdita di contrasto, affaticamento nella lettura, percezione falsata dei colori (alcuni risultano ingialliti o difficili da distinguere) e difficoltà nella visione notturna, fino alla cecità vera e propria.
Tutto questo si manifesta nel 95% dei casi dopo i 60 anni e senza cause particolari, ma alcune tipologie di cataratta sono causate da fattori genetici o da condizioni in fase di gestazione, per esempio nella cataratta congenita, che colpisce il bambino nei primi mesi di vita o ancora prima della nascita.
Esistono inoltre dei fattori che aumentano il rischio di sviluppare la patologia, come traumi oculari, l’esposizione prolungata ai raggi UV e X, assunzione di determinati farmaci, infiammazioni, altre patologie come il diabete, assunzione di alcool e fumo e una dieta povera di nutrienti.
Rispetto al glaucoma, tuttavia, la cataratta è più semplice da individuare e può essere corretta attraverso la chirurgia oculare. Nello specifico la tipica operazione per la cataratta prevede la sostituzione del cristallino naturale con apposite lenti artificiali.

Degenerazione maculare senile (AMD): un rischio per gli over 60
L’età è un fattore determinante anche nello sviluppo della degenerazione maculare senile, una patologia che colpisce la parte centrale della retina, ossia la macula.
Essa si distingue in degenerazione maculare secca e umida (o essudativa): la prima, la più comune, è caratterizzata dalla presenza di aree scure all’interno della retina, causate da accumuli di materiali di scarto, detti drusen. La seconda presenta invece anche la formazione anomala di nuovi vasi sanguigni sotto la retina, che causano episodi emorragici.
La degenerazione maculare è una delle principali cause di cecità, legata strettamente all’invecchiamento dell’occhio e dunque più frequente dopo i 55 anni d’età, motivo per cui in questa fase della vita è ancora più importante sottoporsi ogni anno a un esame della vista.
Altri fattori di rischio sono però la familiarità, un’alimentazione non bilanciata, malattie come l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e patologie cardiache, il fumo e l’obesità.
I sintomi che permettono di riconoscerla sono una generale ipovisione, soprattutto nel campo visivo centrale, l’offuscamento durante la lettura, la percezione distorta delle linee dritte e la presenza nel campo visivo di aree sicure.
In presenza di queste manifestazioni – nonché attraverso visite oculistiche regolari – il medico può approfondire la questione ed evidenziare eventuali anomalie. Sebbene non esista ancora una cura definitiva, è possibile tenere la degenerazione maculare sotto controllo con dei trattamenti specifici, che possono comprendere farmaci, lenti intraoculari, laserterapia e l’assunzione di integratori vitaminici.
Retinopatia diabetica: quando il diabete colpisce gli occhi
Come abbiamo visto negli scorsi paragrafi, il diabete è un fattore di rischio estremamente rilevante nello sviluppo di molte patologie oculari, ed è determinante – come suggerisce il nome stesso – nella retinopatia diabetica.
Questa malattia è causata in particolar modo da complicazioni del diabete di tipo 1 e 2, e può manifestarsi in due tipologie: la retinopatia diabetica precoce (detta anche non proliferante) e la retinopatia diabetica proliferante.
La prima provoca l’indebolimento dei vasi sanguigni dell’occhio, dai quali fuoriescono liquidi che causano edemi e sanguinamenti. La seconda – che a volte può essere la degenerazione della prima – è la forma più grave di retinopatia e provoca l’occlusione dei vasi sanguigni della retina, che compensa la mancanza di ossigenazione con la formazione di nuovi vasi sanguigni deboli e soggetti a sanguinamento. Tutto questo può portare il paziente a subire un distacco della retina e la perdita della vista.
La patologia può manifestarsi in vario modo, per esempio con difficoltà nella visione notturna, la presenza di corpuscoli e macchie scure nel campo visivo, offuscamenti, la percezione sbiadita dei colori e un peggioramento dell’acuità visiva.
Basta però una visita oculistica un po’ più accurata – esaminando con cura il fondo oculare – per individuare il problema e trattarlo con farmaci, iniezioni, trattamenti laser e – in caso di distacco della retina – la vitrectomia, ossia un intervento di chirurgia oculare che prevede la sostituzione dell’umor vitreo dell’occhio con una soluzione salina.
Altrettanto importante tuttavia è la prevenzione, che può essere effettuata attraverso il trattamento accurato del diabete, con esami regolari del livello di zuccheri nel sangue e il mantenimento di uno stile di vita sano ed equilibrato, secondo le indicazioni del medico curante.
Altre cause comuni di cecità
Le comuni patologie oculari non sono tuttavia l’unica causa di cecità. A contribuire alla perdita della vista concorrono anche infezioni, traumi e condizioni ereditarie, da affrontare con una buona prevenzione o con trattamenti specifici.
Patologie ereditarie e congenite
La familiarità è un fattore di rischio importante per quanto riguarda il benessere oculare. È stato dimostrato infatti che molte patologie (ma anche i più comuni difetti visivi) hanno una radice ereditaria, che consiste nella mutazione di alcuni specifici geni.
Una delle patologie di stampo ereditario che più predispongono il paziente alla perdita della vista è la retinite pigmentosa, sebbene non sia sempre causata da una mutazione genetica.
Questa patologia si sviluppa in genere tra i 10 e i 30 anni d’età, e consiste nella degenerazione di alcune importanti componenti della retina, come l’epitelio pigmentato, i coni e i bastoncelli, che assorbono la luce, percepiscono i colori, i movimenti e i contrasti di colore.
I principali sintomi della retinite pigmentosa sono la perdita progressiva del campo visivo laterale, che provoca la cosiddetta visione a tunnel, la cecità notturna, la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti di luce, lampi, fotosensibilità, difficoltà nel distinguere i colori e i contrasti, fino totale perdita della vista nei casi più gravi.
Sebbene non esista ancora una cura per questa malattia (si stanno studiando innovative terapie geniche), una diagnosi precoce permette di sottoporre il paziente a trattamenti farmacologici oppure a forme di riabilitazione visiva.
Infezioni oculari gravi (come la cheratite)
Le infezioni oculari sono condizioni causate dall’invasione di virus, batteri, funghi o parassiti all’interno dell’occhio. In molti casi queste problematiche causano fastidi, infiammazioni e disturbi di vario tipo, spesso senza intaccare la vista in modo permanente, ma la gravità di alcune infezioni può portare alla cecità, soprattutto se non trattate.
Tra le infezioni più gravi spiccano:
- Cheratite: nella sua forma infettiva, la cheratite causa infiammazioni o lesioni più o meno gravi della cornea. La cheratite puntata interessa l’epitelio corneale e si manifesta con fastidi, dolori, la sensazione di avere qualcosa di estraneo nell’occhio, un’eccessiva lacrimazione e un abbassamento della vista, mentre quella corneale provoca una vera e propria lesione dello strato interno della cornea, con sintomi più acuti, dolore, bruciore, secrezioni, fotosensibilità e offuscamenti. Può essere prevenuta con una buona igiene – soprattutto se vengono utilizzate spesso lenti a contatto – e la protezione degli occhi dai raggi UV, ma se contratta deve essere tempestivamente diagnosticata da un oculista e trattata nella gran parte dei casi con antibiotici, per evitare una compromissione seria della capacità visiva.
- Endoftalmite: questa infezione piuttosto rara si trasmette attraverso il flusso sanguigno, per esempio in seguito a interventi chirurgici o ferite, oppure tramite infezioni che colpiscono direttamente il sangue, seppur meno comuni. In genere la causa sono batteri, funghi o protozoi. L’endoftalmite attacca la parte interna dell’occhio e si manifesta attraverso un forte dolore oculare, arrossamenti, fotosensibilità e a volte la formazione di edema sulle palpebre. Diagnosticarla in fretta e trattarla subito con terapie antibiotiche è fondamentale per evitare la perdita della vista.
- Tracoma: questa congiuntivite cronica è più comune in Nord Africa, Medio Oriente, Australia, India e Sudest Asiatico, nello specifico tra i bambini tra i 3-6 anni. Causata dal batterio Chlamydia trachomatis, essa si trasmette tramite il contatto con oggetti infetti (anche le mani) e le mosche, e provoca gravi infiammazioni e cicatrici a carico della congiuntiva, opacizzazione della cornea e trichiasi, ossia la crescita delle ciglia verso l’interno della palpebra, ed è una condizione che può portare alla perdita della capacità visiva o alla cecità, se non adeguatamente trattata.
Traumi oculari e incidenti
Le cause della cecità possono essere innumerevoli e non necessariamente legate a malattie o infezioni. In alcuni casi la perdita della vista può essere provocata da traumi di vario tipo, come urti, contusioni, abrasioni, corpi estranei nell’occhio e contatto con sostanze chimiche o molto calde, provocati da cadute, sport ad alto contatto, incidenti domestici o sul luogo di lavoro. In alcuni casi anche uno sforzo notevole può intaccare questo delicato organo e causare emorragie.
Molti di questi danni oculari si risolvono facilmente, ma in altri casi il trauma può essere così grave o invasivo da causare conseguenze più gravi, come deformazioni, danni al nervo ottico, il distacco della retina o il glaucoma da trauma, a volte con la vera e propria perdita della vista.
Per evitare o ridurre il rischio di incappare in queste conseguenze è sempre consigliato recarsi al pronto soccorso, dal proprio medico curante o da un oculista esperto, per valutare l’entità del danno e trattarlo in tempi rapidi, con farmaci o, se necessario, tramite chirurgia oculare. Va evitato invece il tentativo di trattare da soli il problema o tentare di estrarre eventuali corpi estranei, per non peggiorare il problema.
È inoltre cruciale proteggere gli occhi ogni volta che si svolge un’attività rischiosa con occhiali da lavoro e occhiali protettivi per lo sport, nonché fare molta attenzione quando si maneggiano liquidi caldi e sostanze urticanti che potrebbero schizzare o propagarsi.
Prevenzione della cecità: cosa si può fare concretamente
Non sempre traumi, cali della vista e cecità possono essere prevenuti, ma esistono delle accortezze che possono essere applicate alla vita di tutti i giorni per ridurre il rischio e le conseguenze peggiori.
Educazione alla salute visiva
Il primo passo per prendersi cura della propria vista è essere ben informati sulla sua importanza e sui metodi per preservare la salute degli occhi. Purtroppo però non sempre l’individuo è consapevole di quali siano le principali patologie, i loro sintomi e le opzioni di prevenzione, nonché sull’importanza delle visite oculistiche di routine, per evitare di controllare la vista quando ormai la patologia è già in fase avanzata.
Per questo motivo alla base del benessere oculare c’è l’informazione: fin da piccoli i bambini dovrebbero essere educati sull’importanza degli occhi, su come proteggerli e sul ruolo centrale delle visite oculistiche. Questo può essere fatto in famiglia, ma anche a scuola, come provano alcune iniziative educative già avviate negli istituti materni e primari.
Sono inoltre state organizzate in Italia varie campagne di sensibilizzazione per adulti sui problemi della vista, per diffondere informazioni corrette e aggiornate sui metodi di prevenzione della cecità e sulla tutela della vista.
Visite oculistiche regolari in base all’età e al rischio
I più fortunati potrebbero restare per anni senza dover affrontare disturbi alla vista, difetti refrattivi o patologie oculari. Anche con una salute di ferro, tuttavia, è importante che essi si sottopongono a controlli della vista regolari, fin dall’infanzia. I neonati, per esempio, vengono visitati alla nascita, per verificare lo stato di salute degli occhi e la presenza di eventuali patologie genetiche o correlate a disturbi in fase gestazionale.
Negli anni successivi, per tutta la vita dell’individuo, è inoltre fondamentale continuare a tenere sotto controllo gli occhi, almeno ogni 2 anni. Durante la visita oculistica, il medico verifica l’acuità visiva, le condizioni di ogni componente dell’occhio, la salute del nervo ottico e la pressione oculare, valutando anche la presenza di eventuali difetti visivi.
L’importanza dell’esame della vista diventa ancora più evidente in caso di difetti come miopia, astigmatismo, ipermetropia, al superamento dei 40 anni d’età, quando l’occhio comincia a invecchiare, in presenza di patologie oculari o di fattori di rischio importanti, come quelli illustrati nei paragrafi precedenti.
In questi casi la visita oculistica dovrebbe essere svolta con maggiore frequenza, circa ogni anno (o quando l’oculista stesso suggerisce). È inoltre consigliato affiancare ai normali controlli della vista alcuni test di oftalmologia più approfonditi.
Stile di vita sano per la salute degli occhi
Infine, per proteggere la propria salute visiva è importante anche seguire uno stile di vita sano, in primo luogo tutelando la propria salute generale, dato che alcune specifiche patologie possono impattare seriamente anche sulla salute degli occhi, come il sopracitato diabete.
È importante seguire una buona alimentazione per gli occhi, ossia ricca di sostanze nutrienti utili per la vista, come vitamine, antiossidanti e sali minerali, riducendo zucchero, sale e alcool, e in alcuni casi anche il caffè in presenza di ipertensione. Poiché c’è una correlazione tra fumo e vista, è bene ridurre o evitare del tutto anche questa pratica.
A una dieta bilanciata va inoltre associata una regolare attività fisica, che agevola la circolazione del sangue, tiene a bada la pressione (anche quella oculare) e favorisce il benessere generale.
Infine è sempre fondamentale proteggere gli occhi ogni volta che ce n’è la necessità, indossando occhiali da sole contro la luce UV, occhiali da vista con filtri contro la luce blu del computer, occhiali protettivi in caso di sport o attività a rischio e mantenendo le basilari norme igieniche per evitare infezioni, soprattutto se si utilizzano lenti a contatto.